Descrizione
La Chiesa è a pianta romanica, a tre navate, con due campanili e con una grande cupola. Il prospetto principale fu rimaneggiato nel 1950 quando l’Arciprete A. Monteleone procedette a numerosi restauri, che modificarono in parte l’aspetto primitivo. Le cupolette dei campanili, una volta piramidali, furono ricostruite semisferiche; ai lati del timpano centrale furono aggiunte due volute; furono aperte due nicchie ai lati della porta e rimossa la piccola lapide sottostante all’orologio che ne tramandava il nome del donatore, l’inglese Woodhouse; la zoccolatura fu in parte rivestita di marmo e in cima al timpano fu collocata una grande croce. Le due nicchie accolgono: quella orientale, una pregevole statua di marmo, raffigurante San Giuseppe col Bambino in braccio e quella occidentale, una bella statua di marmo, raffigurante San Giovanni Battista.
Sui dieci pilastri si sviluppa il cornicione e sulla soprastante trabeazione, che riprende il
seguito dei pilastri, si innalzano il grande timpano centrale e i due campanili. Il timpano
termina con un grande frontone triangolare sormontato da una croce e racchiude un fregio costituito da tre teste di angeli fra nuvole e da un drappo con la scritta: “Adorate Eum Omnes Angeli”. I due campanili accolgono, quello orientale le campane della Chiesa, quello occidentale le campane dell’orologio.
Ai due lati della Chiesa due villette, nelle quali si aprono i due ingressi secondari: di
esse quella occidentale è piena di vegetazione, quella orientale, nella quale c’è la porta della Biblioteca Parrocchiale, ha al centro una statua in pietra, opera del sec. XVII, raffigurante S. Ignazio Martire; dietro la statua c’è una nicchia con l’Ecce Homo.
L’interno della Chiesa, come si è detto, è a tre navate e ha subito nel tempo diversi
restauri: determinanti i rifacimenti operati dall’Arciprete Don A. Monteleone e dall’Arciprete Don G. Geraci. La visione di tutto l’interno della Chiesa ha un rigore di proporzioni straordinario. Le tre navate sono separate da grandi pilastri a base quadrata, sei per lato, uniti da archi a tutto sesto; lungo le navate laterali volte a crociera, nella navata centrale e nel Coro alte volte a botte, resecate da larghe lesène, formanti dei riquadri. Il Te è compreso tra otto alti pilastri accoppiati, che sviluppano quattro grandi archi a tutto sesto sorreggenti la Cupola. In fondo alla navata laterale occidentale si apre, separata da due balaustre di marmo rosso, la Cappella del SS. Sacramento con la volta affrescata, uguale in profondità al Coro, il quale è separato da due gradini e da due balaustre di marmo sormontate da leggii in marmo.
La navata laterale orientale si arresta, invece, all’altezza del Te e l’area, interessata
sull’altro lato della cappella del SS. Sacramento, è qui occupata dalla Sacrestia.
Elementi decorativi
All'interno subito dopo l’antiporta si succedono, nell’ordine, le seguenti Cappelle: Fonte Battesimale: vi si accede attraverso cinque gradini e un cancelletto in ferro battuto; al centro il fonte in marmo rosso, coperto da un cofano, e nel piedistallo la scritta:“Sicciara 1800”. Nella parete di fondo, su una mensola in marmo, è collocata una piccola statua di S. Giovanni Battista. All’ingresso del Fonte due pilastri scanalati con capitelli di stile corinzio sorreggono l’architrave con dentellature e con la scritta in risalto: “Salvos Facit Baptisma IPT 321”. A sinistra della Cappella è posta la porticina di accesso al campanile orientale. Cappella delle Anime Sante: così chiamata dal grande quadro di autore ignoto raffigurante un Angelo che solleva con la mano sinistra un calice con ostia e con la destra salva dalle fiamme un’anima; altre anime sono sullo sfondo tra le fiamme. Il quadro nel secolo scorso era chiamato del Purgatorio dall’antica Chiesetta (San Pietro) nel 1855. L’altare è di marmo botticino con fasce di marmo nero e al centro tra due semicerchi c’è una piccola croce. Due colonne scanalate con capitelli di stile corinzio sorreggono un architrave uguale a quella dell’ingresso del Fonte, ma sormontato da due volute. Cappella di sant’Andrea: l’altare è in marmo botticino e marmo grigio e reca inciso al centro un pesce. Quattro piastrini scanalati e accoppiati, terminanti con capitelli, sorreggono una trabeazione semicircolare ricca di fregi e contenente nove formelle, cinque grandi e quattro piccole, con i seguenti simboli: un libro, un fiore, due pesci, un fiore, un corno dell’abbondanza, un fiore, una barca, un fiore, la croce del Santo. Tra le due coppie di piastrini, in una nicchia protetta da una cornice dorata con vetro, la statua lignea di S. Andrea, acquistata nel 1856: il santo è ricoperto da un manto verde ed è appoggiato su due legni incrociati formanti una croce, detta appunto di S. Andrea. Sul fronte della base della statua c’è la scritta: “Iosepha Cimenti Enea gratis pinxit anno MCMXLI”. Cappella di San Giuseppe: l’altare è di marmi policromi, pieno di fregi e con al centro un agnello su un medaglione: fregi e medaglione sono stati dorati. Sull’altare si svolge lo stesso motivo di quello accanto di S.Andrea, ma la trabeazione semicircolare contiene cinque formelle di forma ottagonale recanti i seguenti simboli: uno scettro, un rametto d’olivo, due gigli, un rametto d’alloro, le tenaglie, la squadra e il martello. Nella nicchia, con vetro e cornice dorata, la statua di S. Giuseppe che si china a tenere la mano del Bambino. La statua fu scolpita da Vincenzo Genovese e trasportata dall’antica Chiesetta nel 1855: fu dorata a spese di Francesco Ruffino nel 1916. Cappella dell’Addolorata: la Vergine Addolorata è la Patrona di Balestrate. La statua che la raffigura la prima acquistata per la Chiesetta di S. Anna fu collocata sull’Altare Maggiore, dove rimase fino al 1855, quando fu trasportata nella nuova Chiesa Madre. L’Altare di marmi policromi sagomati è in gran parte occupato dall’urna con il sepolcro del Cristo Morto. Sull’altare si alzano due colonne con capitelli di stile ionico su cui poggia un frontone triangolare con cornice pronunciata. Tra le due colonne, la nicchia è protetta da vetro e cornice dorata contenente la statua lignea dell’Addolorata, avvolta in un manto nero con uno stellario d’argento sul capo, una spada d’argento nel petto e tra le mani in preghiera i tre chiodi di Cristo.
In fondo alla navata centrale, separata da due gradini e da due balaustre di marmo rosso sormontante da leggii in marmo, si apre il Coro, occupato in senso longitudinale dall’altare maggiore, dall’altare con tabernacolo e dalla cappella di S. Anna, titolare della Matrice. L’Altare Maggiore si innalza u una predella di marmo e poggia su due artistiche volute terminanti con foglie di acanto e recinte da grossi festoni; tra le due volute una pregevolissima lastra di onice. L’Altare con Tabernacolo è di marmo rosso e di botticino; ai due lati del Tabernacolo due colonnine rosse. La Cappella di S. Anna è di marmo bianco, botticino e marmo rosso: due pilastri sostengono un frontone triangolare e racchiudono la nicchia con la statua lignea della Santa, scolpita da Vincenzo Genovese. S. Anna indossa una veste verde, coperta da un manto marrone con l’orlo orlato dorato e tiene la mano della Madonna Bambina vestita di giallo. Le pareti del Coro, che ha la volta a botte, sono delineate da otto pilastri su cui si ripete il motivo delle due cornici che troviamo in tutta la navata centrale e su cui si aprono grandi finestre. Sulla parete di fondo c’è una grande sfera di sole e la scritta “JHS”. Sulle due pareti laterali si affacciano due balconcini con le canne dell’organo. Tra le cappelle di S. Filomena e S. Francesco di Paola, in una nicchia rettangolare posta sulla porta secondaria, è collocato il quadro di San Luigi Gonzaga. Tra le cappelle del Sacro Cuore di Gesù e del SS. Sacramento, una porta immette nella Casa Parrocchiale. Sull’Antiporta campeggia un grande quadro che oggi viene chiamato della Pietà, ma al tempo del Rettore Evola, che lo trasferì nel 1855 dall’antica Chiesetta, era chiamato della Buona Morte. Sui pilastri attigui alle Cappelle delle navate laterali sono murate le Croci della Consacrazione della Chiesa e, soprastanti, sono appesi i pannelli della Via Crucis.